Inquietude, andata e ritorno.

Non è la prima volta che dalla “provincia” esce, come sputato fuori da una realtà troppo stretta, un progetto come quello degli Inquietude. Originari di Cantù, nella provincia comasca, portano avanti dal 2017 un progetto “oltre i generi” e ricco di sperimentazioni. Oggi è difficile proporre qualcosa di nuovo: innovativo ormai non è il creare un certo sound o un ritmo particolare, innovativo è portare un genere a parlare di ciò di cui non ha mai parlato e a rappresentare chi non ha mai rappresentato.

Gli Inquietude come può far intuire il nome stesso del collettivo, composto da Or mai (voce, produzione), MaleFactor (voce), DeLe (violino, co-producer) e Pietro Fichtner (produzione, chitarra), creano atmosfere scure e ricche di malinconia attraverso un sound vicino all’hip hop e alla musica elettronica sperimentale coniugata all’uso di strumenti acustici, che accompagna testi ricercati, cantati e, soprattutto, raccontati a due voci. Raccontati perchè le parole si susseguono veloci, come rappate, ma l’intonazione e la sfumatura delle voci prevale sulla tecnica e sull’esercizio di stile più proprio del rap.

Calcano il palco di X Factor 2018 fino alle ultime fasi delle selezioni, dopo essersi presentati con un brano inedito rappresentativo di ciò che è il collettivo. Dove siamo stati bene (dovremmo avere il coraggio di non tornare) è infatti il brano che portano alla prima audizione, un brano ricco di suggestioni, che confluiscono poi nell’immagine portante del testo, che è anche quella che gli dà il titolo.

Il brano è sufficientemente rappresentativo del collettivo, composto da quattro artisti con diverse formazioni che decidono di unirsi a creare questo progetto che ha come colonna portante una malinconia e un’inquietudine di fondo. Gli Inquietude concludono il loro percorso ad X Factor prima di arrivare ai live e annunciano una data di lancio dell’album in uscita proprio a Cantù, dove tutto è nato, fra la nebbia e la solitudine della provincia.

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